La bohème – dal 13 al 29 dicembre 2019

Giacomo Puccini

Direttore d’Orchestra, Andrea Battistoni/Leonardo Sini (27, 28, 29)
Regia, Augusto Fornari
Scene e costumi, Francesco Musante
Luci,  Luciano Novelli
Assistente alla regia, Lorenzo Giossi
Assistente ai costumi, Elena Pirino
Ripresa Luci, Angelo Pittaluga

Allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice

Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Francesco Aliberti
Maestro del Coro di Voci Bianche, Gino Tanasini

Personaggi e interpreti principali

Mimì,  Rebeka Lokar /Serena Gamberoni
Rodolfo,  Stefan Pop /Gabriele Mangione/Matteo Lippi
Marcello,  Michele Patti/Alberto Gazale
Musetta, Lavinia Bini/Francesca Benitez
Colline, Romano Dal Zovo
Schaunard, Giovanni Romeo/Italo Proferisce
Benoît/Alcindoro, Matteo Peirone
Parpignol, Giuliano Petouchoff /Giampiero De Paoli
Sergente dei doganieri, Roberto Conti /Filippo Balestra
Un doganiere, Alessio Bianchini
Un venditore ambulante, Antonio Mannarino /Maurizio Raffa/Claudio Isoardi

bozzetto del sipario di Francesco Musante per La bohème

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Comunicato stampa

Durata dell’opera

-1°e 2°quadro        56  minuti
-Intervallo             25  minuti
-3° quadro             25 minuti
-Intervallo            25 minuti
-4° quadro           30 minuti
Tot  2h 45  minuti
I tempi sono indicativi 

Per molti La bohème è il vero capolavoro di Puccini. Uno di quei titoli che fotografano lo spirito di un’epoca e lo consegnano per sempre alla memoria dei posteri. La vita di bohème, tra soffitte fredde, affitti da pagare e ambizioni artistiche, fu un fenomeno vero della Parigi ottocentesca, dove l’opera è ambientata. Un mito immortalato dal romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème, la fonte a cui si rifecero i librettisti Illica e Giacosa. I quattro quadri saltano da una situazione all’altra con la frammentarietà, il disordine, l’imprevedibilità tipici della vita precaria degli scapestrati protagonisti, il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il filoso Colline, il musicista Schaunard. La loro gioventù si consuma rapidamente tra grandi aspirazioni intellettuali, denti che battono per il gelo, padroni di casa da raggirare, serate di baldoria al Quartiere Latino, donne da amare. E quando arriva la morte, che i protagonisti rimuovono dal loro microcosmo povero, sì, ma allegro e vitale, è un trauma sconvolgente, a cui non può seguire altro che il sipario che cala sul dolore e i singhiozzi di tutti. Tanto più se la morte è quella di Mimì, l’amata di Rodolfo, figura femminile semplice e innocente. La musica di Puccini è una sequela ininterrotta di invenzioni melodiche, armoniche, timbriche; come le desolanti quinte vuote della Barrière d’Enfer e le volgari trombe da fiera del Quartiere Latino.

La bohème debuttò con successo al Teatro Regio di Torino nel febbraio del 1896, diretta da un Toscanini appena ventinovenne. Da allora è forse l’opera più rappresentata al mondo. Il Teatro Carlo Felice la propone in un suo applaudito allestimento con la regia di Augusto Fornari e le scenografie e i costumi coloratissimi e fantasiosi dell’artista ligure Francesco Musante.