Il Sipario di Nerone Ceccarelli

Nerone Ceccarelli

Nerone Ceccarelli

IL SIPARIO
Il settore platea e il settore del palcoscenico del Teatro Carlo Felice di Genova, progettato dagli architetti Aldo Rossi, Ignazio Gardella e Angelo Sibilla, sono separati dal sipario tagliafuoco che rientra nel novero delle opere d’arte appositamente commissionate dal Comune
di Genova.
Vincitore del concorso, con l’opera Viva Schöenberg è stato Giovanni Ceccarelli, in arte Nerone, pisano di nascita, torinese di adozione.
“Il progetto…” ha scritto Nerone presentando il proprio lavoro, “mi suggerisce l’idea di sopperire alla esecuzione di un’opera di pittura con tecniche tradizionali e proporre un’opera pittorica la cui realizzazione consenta di favorire la lettura, in considerazione della distanza che separa il pubblico dal palcoscenico. (…) Da un attento studio delle linee armoniche del teatro (scandito in maniera orizzontale dal rivestimento delle pareti e dai terrazzi-palco), nasce l’idea per una conclusione in verticale, quasi a rappresentare una ipotetica cattedrale gotica od anche un organo”.
Il sipario misura circa duecento metri quadrati ed è articolato in centoventicinque pannelli: “Un lavoro durato oltre due mesi fra la realizzazione dei cartoni e la messa in opera con il materiale previsto” ha dichiarato Nerone. “Ho optato per un alluminio leggero e resistente,
sul tipo di quello usato in aviazione. Con l’alluminio ho impiegato anche rame, ottone, peltro, argento, oro. La scelta dei colori è stata dettata dall’ambiente in cui si colloca il sipario.
Ecco allora il rame che richiama il legno delle balaustre e il peltro il cui grigio si ricollega alle pareti di pietra”.
Inoltre Nerone scrive che: “L’opera, che risulterà molto luminosa, appoggia su una falsa prospettiva in metallo riflettente che consente da parte degli spettatori ed orchestrali, di specchiarvisi, creando una zona dinamica. La parte riflettente ricorda il mare, ossia Genova,
ma si trasforma anche in una galleria che passa oltre il sipario, esprimendo così la continuità del Teatro Carlo Felice ancora vivo nonostante le ferite.
Il sipario vuole richiamare, in una visione astratta e sognante, l’ambiente genovese, il Carlo Felice del Barabino e il nuovo, la musica (riconoscibile al centro uno strumento a corda): “La struttura architettonica dell’interno del teatro” – ha ancora scritto l’artista – “ricorda una piazza con caratteristiche genovesi, laddove il grande squarcio luminoso collocato nella parte più alta dell’opera è uno sfogo della piazza stessa che, se pur ricorda le rotture causate dalla guerra, lascia intuire la presenza di un faro rivolto al cielo. Il grande triangolo divide l’opera in due periodi: in uno si vuole raffigurare il vecchio Teatro Carlo felice; nell’altro il nuovo. Al centro dell’opera si intuisce un ipotetico incontro-abbraccio che vuol significare come, malgrado tante traversie, la musica continua ad imporsi tra le più elevate espressioni dell’intelletto  dell’uomo”.
Roberto Iovino.
Tratto da “Carlo Felice un teatro nella storia” – Pubblicazione Corriere Mercantile.

La preparazione

La preparazione

Nerone Ceccarelli è nato a Pisa il 31 agosto 1937.
Ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e poi quella di Firenze. Si è trasferito a Torino nel 1957, dopo il servizio militare, ed a Torino ha continuato a vivere ed a lavorare, ma in realtà si è spostato frequentemente in molti paesi del mondo per la realizzazione delle sue opere. Sotto questo punto di vista potrebbe essere definito un artista nomade.
Si è sposato nel 1962 con Cosima Ghidone ed ha avuto cinque figli.
Ha esposto i suoi primi lavori in una collettiva nel Salone dei Trecento a Treviso nel 1951. L’anno successivo ha presentato alcune sue opere alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. La sua prima esposizione personale ebbe luogo alla Galleria Ai Galli di Pisa nel 1952, con una
presentazione di Felice Carena. Da quell’epoca ha alternato la sua attività passando da esposizioni personali e collettive in vari paesi del mondo alla realizzazione di grandi opere di scultura per numerosi enti e società.
Per quest’ultimo tipo di attività ha svolto un lavoro proficuo e altamente culturale in collaborazione con architetti di fama mondiale, tra i quali ricordiamo: Adami, Albrecht, Alemanno, Andreieff, Bergadano, Carlo Boggio, Bollen, Marcel Breuer, Antonio Bruno, Augusto Busnelli,
Chalfonte St. Giles, Andrea Caligaris, Campo, Carpinteri, Cavallini, Cavazzuti, Adolf Woo Chun-Yu, Conti, Angelo Cortesi, De Simonis,
Fulvio Di Rosa, Antonio Di Stefano, Diugheroff, Piero Fiorio, Forti, Pompeo Fabbri, Garcia, Renato Giraudo, Giuffrida, Graffi, Khtib,
Aian Jonathan Lanigan, Romano Martinetti, Matshusita, Magin Lee Maseda, Manheere,Ludwig Miies Van der Rohe, Carlo Mollino, Mirella Morelli, Giuseppe Navacchi, Domenico Negri, Oscar Niemeier, Dave Okula, Emilio Piana, Stephen Radack, Rauch, Antonio Riva, Rogers, Aldo Rossi, Rovere, Scala, Sebac, Schmidt, Rudolf Schöpfel, Smith, J. Takeda, Pier Gianni Tonetti, Van Hevel, Roberto Viola, …
Le sue opere – che si possono definire un integrazione tra architettura e scultura – appaiono, tra
l’altro, in questo prestigioso elenco:

Bozzetto preparatorio

Bozzetto preparatorio

Parlement Européen Luxembourg
Hotel Sheraton – Ancorage Alaska
Rockefeller Centre New York
Hotel Cicerone Roma
F.A.T.A Torino
Banco Cabildo Buenos Aires
Municipality of Dubai U.A.E.
Nikon Building Tokio
Assemblée National Paris
Royal Bank Montreal
Monumento alla Giustizia Saluzzo
Casinò de San Juan Puerto Rico
Bank Nova Scotia Halifax
Pesos e Medinas San Paolo
Banco di Roma – EUR Roma
Banco di Napoli Via Monte Napoleone Milano
Istituto Bancario San Paolo Torino
Kreissparkasse Ruesselheim
Well Fargo Bank Dallas
Foundation General Electric U.S.A.
The Hong Kong Hotel Hong Kong
Palazzo dei Normanni Palermo
Salone dei Trecento Livorno
14 Tours de Montparnasse Paris
Pent Hause Frankfurt A/M
Kurthotel 2002 Bad Kissingen
Banco di San Gimignano e San Prospero Modena
American Bank New York
Conquistador Hotel Puerto Rico
El Khayyat Building Jeddah (S.A.)
Gouvernment Building Jemen del Nord
Museo del marmo Carrara
Monte dei Paschi Sedi varie
Banca Toscana Sedi varie
Banca Nazionale del Lavoro Sedi varie
Corte Imperiale Teheran
Monumento ai caduti Castello di Alessano
Altre opere sono state eseguite a:
Abidjan, Abu Dhaby, Amsterdam, Anversa, Aosta, Barcellona, Basilea, Beirut, Bolzano, Brasilia, Bruxelles, Cape Town, Casablanca, Damasco, Den Haag, Denver, Eindhoven, Firenze, Foggia, Fort Worth, Genova, Ginevra, Groningen, Latina, Los Angeles, Lucca, Madrid, Miami, Montecatini, Napoli, Nancy, Nassau, Nice, Olbia, Osaka, Ottawa, Papetee, Phonix, Pisa, Punta Ala, Reggio Calabria, San Juan, Solingen, Sydney, Toronto, Toulouse, Tripoli, Valletta, Villebroek, Zurigo…
Ha eseguito anche lavori di carattere illustrativo, tra cui “S’io fossi fuoco” di Cecco Angiolieri, assai vicino al suo spirito toscano, e per il drammatico componimento poetico di Garcia Lorca “A Las cinco de la tarde” nel 1953.
In campo teatrale e musicale segnaliamo lo studio in chiave moderna della Sinfonia Fantastica di Berlioz nel 1955, mentre nel 1957 realizza una serie di sculture ispirate a Schöenberg. Una delle sue opere più recenti è il grandioso sipario realizzato per il Teatro Carlo Felice di Genova nel 1991. Nel 1994 si è ancora occupato della realizzazione di pannelli e sculture situate nell’ultimo piano del Teatro Ariston di San Remo, nella sala Roof, adibita a conferenze e dibattiti.
Ha ricevuto premi e riconoscimenti, tra cui “Le Niveau de Bronze” da parte degli architetti francesi ed il “Prestige du Monde” da parte del Comitato Mondiale per l’Arte a Parigi presso il Centre di Pompidou nel 1970.
Esposizioni itineranti hanno avuto luogo a New York, Miami, New Orleans, Dallas, Los Angeles, San Francisco, Vancouver, Toronto, Montreal.
Ha collaborato per la realizzazioni di multipli ed opere grafiche con Ezio Gribaudo, Gianni Patuzzi, Giuseppe Santomaso ed Emilio Vedova.
Nerone Ceccarelli muore a Parigi il 7 novembre 1996.

Un sipario di musica

Un sipario di musica