Maria Stuarda

bozzetto per Maria Stuarda di Monica Manganelli

bozzetto per Maria Stuarda di Monica Manganelli

Maria Stuarda 
tragedia lirica in due atti
libretto di Giuseppe Bardari
musica di Gaetano Donizetti
Direttore d’Orchestra, Andriy Yurkevych
Allestimento in coproduzione tra Fondazione Teatro Carlo Felice e Fondazione Teatro Regio di Parma
Regia, Alfonso Antoniozzi
Assistente alla regia, Sergio Paladino
Scene, Monica Manganelli
Costumi, Gianluca Falaschi
Assistente ai costumi, Anna Missaglia
Luci, Luciano Novelli

Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Franco Sebastiani

personaggi e interpreti:
Maria Stuarda, regina di Scozia: Elena Mosuc, Desirée Rancatore
Elisabetta, regina d’Inghilterra: Silvia Tro Santafe, Elena Belfiore
Roberto, conte di Leicester: Celso Albelo, Giulio Pelligra
Giorgio Talbot: Andrea Concetti
Lord Guglielmo Cecil: Stefano Antonucci
Anna Kennedy: Alessandra Palomba

Durata dell’opera:23713-d22775bbe5c20aeff580f33ec22399e1586a6311-original
-Primo Atto                      65 minuti
-Intervallo                        25  minuti
-Secondo Atto                 60 minuti 
Totale 2 ore e 30 circa

 

 

Per il cast vedere le singole date

L’opera, da sempre, mette in scena sentimenti vigorosi e passioni assolute. Maria Stuarda di Donizetti ne è un esempio estremo. Nel confronto tra le due regine del secondo atto, il momento di massima tensione della vicenda, Elisabetta I d’Inghilterra rimprovera alla cugina Maria Stuarda i suoi comportamenti privati e politici e questa le risponde con una violenza verbale che non ha paragoni nella librettistica dell’epoca: epiteti che Maria Malibran, prima interprete del personaggio di Maria Stuarda nel debutto dell’opera alla Scala (1835), insistette per cantare, scatenando la reazione delle autorità, che cancellarono il titolo dal cartellone dopo appena sei repliche: uno dei casi più celebri di censura nella storia dell’opera. La trasgressione linguistica alle buone norme del linguaggio librettistico era dovuta, probabilmente, all’inesperienza dell’autore del testo (tratto dalla tragedia omonima di Schiller), Giuseppe Bardari, appena diciassettenne. Un’incoscienza giovanile provvidenziale, perché, grazie a Bardari (che diventerà un magistrato e un patriota ammirato da Garibaldi), Maria Stuarda contiene la scena più forte tra due figure femminili in tutta la storia dell’opera: uno di quei momenti in cui Donizetti, capace di leggerezza come nell’Elisir d’amore e nel Don Pasquale, precorre il Verdi più drammatico. Già verdiana è anche l’opposizione tra i sentimenti privati e le cariche pubbliche, così come la messa in gioco, nelle vicissitudini dei singoli, di valori collettivi di importanza storica: la protestante Elisabetta contro la cattolica Maria Stuarda. Ma Maria Stuarda è soprattutto l’ennesimo omaggio di Donizetti alla donna, alla sua profondità emotiva e alla sua ricchezza caratteriale, tradotte in musica attraverso lo stile del belcanto: Maria come Anna Bolena, come Lucia, come l’Elisabetta del Roberto Devereux.

Il capolavoro di Donizetti va in scena in un allestimento coprodotto dal Teatro Carlo Felice e dal Teatro Regio di Parma ed è il secondo capitolo del ciclo delle “tre regine” donizettiane, iniziato nella scorsa stagione con Roberto Devereux, la cui regia è interamente curata da Alfonso Antoniozzi.

Riflessioni di Francesco Cento su Maria Stuarda al Teatro Carlo Felice

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