Concerto aperto alla città per i 50 anni della statizzazione del Conservatorio N. Paganini
Teatro Carlo Felice
Giovedì 13 luglio 2017, ore 20.30
Durata del concerto:
-prima parte 55 min.
-intervallo 15 min.
-seconda parte 45 min.
Il Conservatorio “Niccolò Paganini”
La storia del Conservatorio “Niccolò Paganini” inizia quasi duecento anni fa. Il 12 dicembre 1829 la “Gazzetta di Genova” pubblicò il seguente annuncio: “Fra tante e belle e utili istituzioni che vanta la nostra città, una ancora ne mancava, assai
interessante e lungamente desiderata, quella di una scuola destinata a formare alunni per la musica vocale”.
Il 2 gennaio 1830, dunque, avviava la propria attività la “Scuola Gratuita di Canto” legata al Teatro Carlo Felice, inaugurato nell’aprile del 1828. L’atto costitutivo fu una scrittura privata stipulata da Antonio Costa, compositore e ispettore di palcoscenico al Carlo Felice, e da Filippo Granara, impresario appaltatore delle stagioni d’opera del Teatro genovese. In forza del contratto, l’impresario s’impegnava a valersi, già nella stagione 1830/31, di quindici allievi maschi e di un loro maestro per farli cantare, vestiti con gli abiti teatrali, in qualità di coristi; a questi si sarebbero aggiunte dodici allieve e dodici giovinetti, se le opere da rappresentare avessero previsto coro femminile e di voci bianche. Fra i primi allievi della Scuola, figura Michele Novaro che nel 1847 avrebbe composto, su versi di Goffredo Mameli, Il Canto degli Italiani, il nostro Inno nazionale.
La prima sede della scuola, ubicata in un “vecchio casamento” oggi scomparso, era alquanto disagiata; mancava una sala da concerti e gli esperimenti (gli odierni saggi di studio) dovevano essere ospitati nel salone dell’Antica Accademia di Pittura in vico del Fieno. Poco tempo dopo, la scuola si trasferì nel Monastero delle Grazie in salita Mascherona; la struttura edilizia conventuale offriva locali per l’uso di aule di studio e un salone per le esecuzioni pubbliche che favorì da subito un rapporto più stretto con la città.
Il 1849 fu un anno drammatico per la scuola (morì Antonio Costa) e per la città che, dopo la sconfitta del regno sabaudo a Novara, vide le proprie velleità indipendentiste soffocate nel sangue dalle truppe di Lamarmora. La scuola di musica chiuse, ma nel dicembre successivo, il Comune deliberò di acquistare dagli eredi di Costa gli strumenti, i libri, gli oggetti in dotazione e di riaprirla sotto la propria gestione diretta, denominandola “Civico Istituto di Musica”.
Dopo una fase transitoria, nel 1852 la direzione fu affidata al violinista Giovanni Serra che era stato primo violino e direttore dell’Orchestra del Carlo Felice e proprio in quell’anno aveva ceduto l’incarico ad Angelo Mariani. Nel 1866 l’Istituto ebbe un altro trasloco; questa volta nei locali dei Padri di San Filippo, in via Lomellini.
Nel 1871 gli allievi che frequentavano la Scuola erano 102; le classi più numerose quelle di canto e quella femminile di pianoforte.
Con il collocamento a riposo e la morte di Serra, fu offerta a Verdi, cittadino genovese dal 1867, la direzione onoraria. Verdi, contrario a ogni riconoscimento ufficiale, naturalmente, rifiutò.
Nel 1904 l’Istituto venne intitolato a Niccolò Paganini e nel 1933 ottenne il pareggiamento ai conservatori statali. Quando il concordato Stato – Chiesa impose la restituzione dei beni ecclesiastici agli ordini religiosi, l’Istituto traslocò in Albaro, nell’elegante villa Raggio.
Nel dopoguerra l’Istituto fu trasferito provvisoriamente nel centrale Palazzo della Meridiana, in attesa he si allestisse la sua sede attuale, ancora nel quartiere di Albaro, Villa Sauli Bombrini Doria abitata dagli anni Settanta.
Il 22 marzo 1974 una legge ha sancito (con effetto retrodatato al 1967) la trasformazione dell’Istituto da pareggiato a Conservatorio statale. Nei mesi scorsi, infine, il Conservatorio ha acquisito una nuova sede aggiuntiva: si tratta di Palazzo Senarega, sito nella piazzetta omonima, dietro alla Loggia di Banchi. Il Palazzo storico è utilizzato in coabitazione con l’Accademia Ligustica di Belle Arti, nell’ottica della costituzione di un Politecnico delle Arti.
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