Simon Boccanegra – dal 15 al 19 febbraio 2019

Giuseppe Verdi

Direttore d’Orchestra, Andriy Yurkevych
Regia e scene, Andrea De Rosa
regia ripresa da Luca Baracchini
Costumi, Alessandro Lai
Light e video designer, Pasquale Mari
Allestimento Teatro Mariinskij di San Pietroburgo

Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Francesco Aliberti

Personaggi e interpreti principali

Simon Boccanegra, Ludovic Tézier/Alberto Gazale (16/19)
Jacopo Fiesco, Giorgio Giuseppini/Roman Lyulkin (16)
Amelia Grimaldi, Vittoria Yeo/Angela Nisi (16/19)
Gabriele Adorno, Francesco Meli/Matteo Desole (16/19)
Paolo Albiani, Leon Kim
Pietro, Luciano Leoni
Un’ancella di Amelia, Simona Marcello/Alla Gorobchenko (17/19)
Fantasma di Maria, Luisa Baldinetti

 

 

 

 

 

 

 

Durata dello spettacolo:
-Prima parte (prologo – atto I ) 1 ora e 30 minuti
-Intervallo 30 minuti
-Seconda parte( Atti II, III )  1 ora
Totale 3 ore circa
Durante lo spettacolo sono previsti due cambi rapidi nella prima parte ed uno nella seconda.

La Genova repubblica marinara del ’300, la turbolenta Genova dei dogi. E, su questo sfondo, tutti gli ingredienti del teatro popolare: intrighi di potere, agnizioni, tentativi di avvelenamento, odi, maledizioni, riconciliazioni. Un plot complesso, che tormentò Verdi per anni, dalla prima versione del 1857 su libretto di Piave (che lo stesso compositore definì un «tavolo zoppo»),  alla revisione definitiva del 1881, su versi rifatti da capo da Arrigo Boito. Il risultato è un’opera lontanissima dalla trilogia popolare che la precede, senza melodie di sicuro effetto e tutta giocata sulle sfumature emotive e psicologiche del recitativo. Un’opera con una “tinta” timbrica sua particolare e una coerenza espressiva che la tiene unita dalla prima all’ultima nota (come saranno Otello e Falstaff). Una concezione troppo moderna per i tempi: solo la sensibilità novecentesca, infatti, sarà in grado di capire davvero il significato innovativo del Simon Boccanegra.

Un’opera che, inoltre, ha un protagonista segreto e silenzioso, come spiega Andrea De Rosa, il regista dell’allestimento (prodotto dal Teatro Carlo Felice e dal Teatro La Fenice di Venezia nel 2016 e in seguito acquistato dal Teatro Mariinskij di San Pietroburgo): «Sono rimasto fedele al testo cercando di esaltare quello che secondo me è l’elemento chiave: il mare. Per un uomo di mare come Simone è importante avere sempre un orizzonte visibile, ma il dolore e i palazzi del potere gli precludono la vista di questo orizzonte. Al mare ho attribuito un’importanza primaria rendendolo presente, in forme sempre diverse, per tutta la durata dello spettacolo.»

Il Comunicato stampa