Fino all’ultimo respiro – 18 aprile, 22 maggio, 6 giugno

Oscuri risvolti delle passioni femminili
Tre incontri con le Signore del Melodramma italiano

La Fondazione Teatro Carlo Felice per la seconda parte della Stagione lirica presenta, in collaborazione con Gianna Schelotto,  un ciclo di incontri legati alle  opere Tosca, Cavalleria Rusticana/Pagliacci e Madama Butterfly.

 

 

 

 

 

 

 

Giovedì 18 aprile – Tosca, la passione
ospiti dell’incontro la cantante Serena Gamberoni e la giornalista Diana Letizia
Mercoledì 22 maggio – Santuzza la gelosia, Nedda l’infedeltà
Giovedì 6 giugno – Cio-cio-san, l’attesa

Ospiti a tema per ogni incontro.

Auditorium Eugenio Montale, ore 17.30
ingresso libero sino ad esaurimento posti disponibili
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In questo breve ciclo, il dibattito sulle protagoniste delle opere in corso sarà attraversato, in filigrana, da un’inquietante interrogativo: questi amori femminili eternamente infelici, sono storie del passato o qualche traccia di essi percorre ancora, insidiosa e sommersa, la vita delle donne di oggi?

 

 

 

 

 

 

Si parla di donne al Carlo Felice.  Non di donne qualunque naturalmente, ma di Tosca, Santuzza, Nedda, Ciociosan, le popolari protagoniste delle opere in cartellone che, grazie all’arte e alla grande musica, si sono stabilmente cristallizzate nella fantasia popolare.
Queste leggendarie signore sono a prima vista diverse tra loro per sorte, appartenenza, carattere: in Tosca commuove la passione, in Santuzza l’implacabile gelosia, Nedda muore di infedeltà e  Cio-cio-san di attesa tradita.
Ma pur nella  diversità, tutte hanno subito un tragico destino perché ciascuna di loro ha vissuto un tipo di amore che amore non è.
Fino all’ultimo respiro queste signore sono abitate dall’idea che amare significhi darsi all’altro senza risparmio di sé e che un rapporto amoroso possa impunemente trasformarsi in delirio o, come si diceva nell’800, in perdizione.
Il numero di donne che nel melodramma “non muoiono nel loro letto” è grande come è grande e creativa la varietà dei modi scelti dagli autori per farle morire. Chi si butta dalle mura del castello, chi si avvelena, chi viene soffocata, chi sgozzata per mano di un grande amore… le più fortunate sembrano Violetta e Mimì che muoiono di tisi.
Ma, si dirà, senza amore e morte che melodramma sarebbe?
Non è necessario essere accaniti melomani per lasciarsi coinvolgere dalle arie più famose o per commuoversi sui tragici destini  dei protagonisti; il melodramma si è via via impadronito dell’immaginario collettivo di tutto il mondo.
Ma si tratta di storie e personaggi nati in tempi nei quali le donne erano ritenute più natura che cultura e come tali portatrici di oscure minacce.
Per questo gli uomini che le ritenevano un proprio possesso dovevano dominarle e controllarle e se necessario castigarle.
Noi credevamo che certi amori femminili, eternamente infelici, fossero testimonianza del passato ma a leggere le cronache di oggi nasce il sospetto che qualche traccia di essi percorra ancora, insidiosa e sommersa, la vita delle donne di oggi.
A leggere le cronache recenti sembra che ci sia qualcosa di arcaico e inesorabile in certi legami sentimentali che cominciano con l’amore e finiscono con la morte.