Aida – dal 2 al 16 dicembre 2018

Giuseppe Verdi
libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale dell’archeologo francese Auguste Mariette.

In memoria del Maestro SERAFIN nel cinquantesimo anniversario dalla morte e a settant’anni dalla sua Aida genovese (estate 1948).

Direttore d’Orchestra, Andrea Battistoni
Regia, Alfonso Antoniozzi
Videoscenografie, Monica Manganelli
Costumi, Anna Biagiotti
Coreografie, Luisa Baldinetti
Luci,  Luciano Novelli
Assistente alla regia, Marco Castagnoli
Assistente alla regia, Gualtiero Ristori
Assistente ai costumi, Sara Micarelli
Collaboratori alle videoscenografie, Antonio Padovani, Stefano Benatti, Luisa Barbero

Nuovo Allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice

Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Francesco Aliberti

Personaggi e interpreti principali

Aida, Svetla Vassileva/ Maria Teresa Leva
Amneris, Judit Kutasi/Alessandra Volpe
Radamès, Marco Berti/Amadi Lagha
Amonasro, Angelo Veccia/Sergio Bologna
Ramfis, Fabrizio Beggi
Il Re d’Egitto, Seung Pil Choi
Un messaggero, Manuel Pierattelli/Blagoj Nacoski
Una sacerdotessa, Marta Calcaterra

Danzatori: Kevin Bhoyroo, Gioele Calorio, Gianpaolo Candelaria, Alessio Corallo, Nicola Marrapodi,   Andrea Morelli,  Carmelo Pitino, Mirand Pulaj, Alessandro Sollima, Michele Storto.

Bozzetto di Monica Manganelli

 

 

Durata dello spettacolo:

-Prima parte  ( atto I ) 40 minuti
-Intervallo 25 minuti
-Seconda parte ( atto II ) 45 minuti
-Intervallo 25 minuti
-Terza parte  ( atti III e IV ) 70 minuti
Totale 3 ore e 25 minuti circa

Radamès e Aida. Lui è il capitano delle guardie egizie, lei una schiava etiope. Un uomo e una donna uniti dall’amore ma divisi dalla rispettiva appartenenza a due popoli in lotta. Il potere cerca di soffocare e manipolare il loro sentimento, loro resistono con fedeltà, onore e sincerità, ma al prezzo di una fine tra le più crudeli dell’intera storia dell’opera lirica. E tra le più commoventi. Il canto dei due innamorati condannati a morire sepolti vivi si spegne, morbido e dolcissimo, nel nulla, mentre chi resta (Amneris, figlia del Faraone, la rivale in amore di Aida) sussurra la parola che, nel mondo feroce di Aida, può essere solo una speranza: «pace».

Tutti conoscono la “marcia trionfale”, i baldanzosi squilli di fanfara che, nel secondo atto, celebrano la vittoria degli egiziani sugli etiopi. Ma lo sfarzo scenografico, i cori e le danze da grand-opéra sono solo la facciata di Aida. Dietro la maschera dell’esotismo, della passione egittologica diffusa in Europa alla fine dell’800, c’è un’opera sulla fragilità dell’amore, destinato a soccombere davanti alla forza bruta del potere.

Il Teatro Carlo Felice presenta il terz’ultimo titolo di Verdi, che nel 1871 inaugurò il Teatro dell’Opera del Cairo, in un nuovo allestimento con la regia di Alfonso Antoniozzi, reduce, come regista, dal successo riscosso nelle scorse stagioni genovesi con il dittico donizettiano Roberto Devereux e Maria Stuarda.

Il comunicato stampa dell’8 novembre 2016

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