I MALEDETTI – Stagione YOUNG

SHAKESPEARE / I MALEDETTI
la stirpe dei malvagi
il viaggio dell’anima del male da Jack Cade a Macbeth
in scena, Valeriano Gialli e Paola Zara
drammaturgia, Guido Davico Bonino
scenografia e costumi, Giorgio Panni
regia, Daniela Ardini e Valeriano Gialli

UNA PRODUZIONE

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con il patrocinio della Regione Autonoma Valle d’Aosta

I MALEDETTI mette in scena, attraverso le parole di Shakespeare, 8 suoi “captivi”, 7 uomini e Lady Macbeth. (Captivus = prigioniero): prigionieri dei loro folli impulsi psicologici verso il male e di una mente bruciante di immaginazione malata. Sono tutti insoddisfatti della loro condizione, tutti ambiziosi, invidiosi, vendicativi e crudeli. Nessuno accetta il suo destino. Jack Cade, simpatico, ignorante e tenero, malvagio per insoddisfazione della sua condizione sociale, si ribella al re perché se lui diventerà re, mangeranno tutti a sue spese.
Riccardo III, malvagio per insoddisfazione del suo aspetto fisico, uccide il re e altri suoi familiari per vedere il suo corpo privo di bellezza almeno con la corona in testa. Ulisse, malvagio per l’insoddisfazione di non essere l’eroe più importante dato che è il più intelligente, vuol tagliare le ali ad Achille. Angelo, signore della città, malvagio per insoddisfazione sessuale, chiede a una ragazzina che gli piace il suo corpo, in cambio della salvezza di suo fratello dalla morte. Jago, malvagio per insoddisfazione del ruolo che occupa tra gli aiutanti di Otello, capo dell’ esercito veneziano, vuole il posto di Cassio, allora lo calunnia dicendo che è l’amante di Desdemona, moglie di Otello.
Otello, malvagio per ingannevole gelosia, insoddisfatto senza ragione del comportamento della sua giovane moglie, la uccide e si uccide.
Macbeth è più che un conte, ma spinto dall’ambizione della sua Lady, alla quale non basta essere quello che è, uccide il suo re e molti altri, bambini e adulti. E proprio Macbeth, un attimo prima di morire avverte con estrema amarezza la sofferenza interiore che fare il male procura: “La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore che si pavoneggia e si agita per un’ora sulla scena, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un’idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla” (Macbeth).
L’ alternativa è forse imparare ad accettare il destino? Shakespeare non ce lo dice. Per fortuna il senso più segreto rimane nascosto: egli non lo rivela sconsideratamente. Ma le sue parole sono luminose, e lasciano sempre nello spettatore una purificazione dell’anima, una catarsi visionaria e serena. Con le sue parole ci avvicina al segreto e ci invita a scoprirlo. E in questa ricerca del senso segreto attraverso la magia bianca delle sue parole, si nasconde il fascino e la meraviglia che noi proviamo.
Lo spettacolo
SHAKESPEARE / I MALEDETTI è un “burlesque”, nell’accezione che ne diede il regista Aldo Trionfo: una ironica lieve parodia di testi e personaggi drammatici. Un “burlesque serio” quindi, ironico e un po’ baracconesco nello stile, che non porta gli spettatori a immedesimarsi nei personaggi simulando sulla scena la vita reale, ma li invita a rasserenarsi attraverso la loro immaginazione e lì, sulla scena, attraverso un riflesso immaginario della realtà, un’ombra della vita e del mondo.